I tetti sono disponibili in diverse tipologie e, indipendentemente dalle forme e dalla struttura, hanno il compito principale di garantire agli abitanti e all’edificio la giusta protezione dal caldo, dal freddo e dagli agenti atmosferici facendo defluire correttamente l’acqua piovana.

La tipologia di tetto da scegliere varia a seconda dell’area geografica, delle sue funzionalità e della struttura architettonica della casa. Le caratteristiche da considerare per scegliere la copertura ideale secondo le proprie necessità sono 4: continuità o discontinuità dello strato di tenuta all’acqua, percentuale di pendenza, grado di accessibilità e comportamento termoigrometrico.

Continuità o discontinuità dello strato di tenuta all’acqua

Ogni tetto è composto da elementi di tenuta del coperto, come guaine o tegole, che hanno caratteristiche diverse. Sono considerate coperture continue quelle capaci di impedire all’acqua di penetrare nell’edificio tramite un sistema di tenuta senza soluzione di continuità. Tra queste rientrano le guaine continue di origine sintetica e solitamente sono coperture curve o piane.

Se il tetto presenta una pendenza rilevante si utilizzano coperture discontinue che impediscono all’acqua di penetrare. Si tratta di tetti a falda coperti realizzati con tegole o coppi.

Percentuale di pendenza

La percentuale di pendenza è un fattore importante per scegliere la tipologia di tetto migliore. Se la pendenza è inferiore all’1% si opta per coperture planari orizzontali; se oscilla tra l’1% ed il 5% si scelgono coperture planari suborizzontali; se è superiore al 5% si usano coperture planari inclinate oppure coperture curve.

Le coperture inclinate a loro volta possono essere suddivise in:

  • tetti a displuvio (l’acqua piovana viene convogliata verso l’esterno);

  • tetti a impluvio (l’acqua piovana viene convogliata verso un punto o una linea di gronda all’interno dell’edificio);

  • tetti a leggìo (l’acqua defluisce lungo una sola superficie);

  • tetti a capanna (le falde convergono lungo la linea di colmo del tetto);

  • tetti a padiglione (l’acqua piovana defluisce lungo i lati del tetto).

» Un’altra tipologia di tetto di cui abbiamo parlato nei nostri precedenti isolamenti è il tetto piano.

Grado di accessibilità

Il grado di accessibilità determina la “fruibilità” di un tetto e cioè la possibilità di essere calpestabile o addirittura vivibile. Alcuni tetti sono accessibili esclusivamente per effettuare interventi di manutenzione strutturali o sugli impianti. Altri consentono l’accesso a pedoni, veicoli leggeri e veicoli pesanti. Ci sono poi i giardini pensili, cioè tetti capaci di resistere tranquillamente sia alle sollecitazioni meccaniche che a quelle chimiche.

Comportamento termoigrometrico

Le caratteristiche termoigrometriche del tetto determinano la sua capacità di isolamento e di ventilazione. In base a questi parametri si possono individuare 4 tipologie di tetti:

  • coperture non isolate e non ventilate: non sono previsti né elementi di ventilazione né di termoisolazione, quindi il tetto ha una scarsa capacità di coibentazione ed infatti viene usato solo per edifici agricoli;

  • coperture ventilate e non isolate: rispetto alle prime hanno uno strato di ventilazione che rende più vivibili gli ambienti in estate e sono indicate per gli edifici agricoli;

  • coperture isolate e non ventilate: definite anche “tetti a caldo”, proteggono l’edificio dagli sbalzi termici grazie ad uno strato termoisolante, ma senza alcun tipo di ventilazione;

  • coperture isolate e ventilate: dotate di isolamento termico e di ventilazione, sono chiamate anche “tetti a freddo” per la capacità di espellere il vapore acqueo evitando la formazione di condensa.

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